Conoscere la luminosità di una stanza è molto importante per capire la quantità di luce necessaria per renderla un ambiente confortevole. L’illuminazione non deve infatti essere né troppo abbagliante né troppo fioca, a meno che non ci sia un progetto a monte che preveda proprio questo effetto. Ma come fare il calcolo dell’illuminazione di una stanza? Considerando alcuni fattori fondamentali, a partire dalla differenza tra illuminamento e flusso luminoso.
Come misurare la luminosità di una stanza
Per capire come misurare la luminosità di una stanza, ossia per sapere quanta luce occorre effettivamente per illuminare l’ambiente nel modo migliore, occorre tenere in considerazione tre elementi principali:
- metri quadri complessivi del locale, cioè la sua grandezza;
- lux, l’unità di misura dell’illuminamento;
- lumen, l’unità di misura del flusso luminoso.
Come fare, allora, il calcolo per l’illuminazione di una stanza? Si definisce illuminamento la grandezza fisica che risulta dal rapporto tra l’area illuminata da un flusso luminoso e il flusso stesso. In altri termini, il lux equivale al rapporto tra lumen e i metri quadri che misura una stanza.
Il flusso luminoso è invece la quantità di luce emessa da una fonte luminosa, ma non considera la misura della superficie illuminata. Di conseguenza, il lumen può essere la quantità di luce erogata da una lampada, ma non include l’ambiente illuminato. Il lux, invece, misura l’intensità della luce all’interno di un determinato ambiente in relazione alla sua grandezza.
I lux raccomandati in ogni contesto
Per facilitare il calcolo dell’illuminazione di una stanza si può tenere conto di alcune semplici raccomandazioni sulla quantità di lux necessaria per ogni ambiente.
In casa, per esempio, l’illuminazione è cruciale per creare un ambiente accogliente e confortevole:
- nel soggiorno, dove spesso ci si rilassa e si intrattiene, una luce da 150 a 300 lux è sufficiente per garantire un’illuminazione funzionale che non risulti troppo intensa;
- per la cucina consigliamo livelli di illuminazione più elevati, superiori a 300 lux, per garantire una visibilità ottimale;
- la camera da letto beneficia di livelli più morbidi, compresi tra 100 e 200 lux, in grado di creare un’atmosfera rilassante e favorire il sonno.
Nei contesti lavorativi, invece, dove l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale per la produttività e il comfort visivo, si consigliano livelli d’illuminazione piuttosto alti. Sulla scrivania, dove spesso si svolgono compiti che richiedono attenzione, consigliamo livelli di illuminazione compresi tra 500 e 750 lux. Questo assicura una buona visibilità senza affaticare gli occhi. Negli spazi comuni dell’ufficio, come corridoi o sale riunioni, una luce di 300-500 lux è adeguata per garantire un ambiente luminoso e accogliente.
E se si sta organizzando un evento? Anche in questo caso la scelta dell’illuminazione è cruciale per creare l’atmosfera desiderata. Per le sale conferenze, dove si svolgono presentazioni e riunioni, livelli di illuminazione compresi tra 300 e 500 lux sono perfetti per favorire la visibilità e la concentrazione. Nelle zone lounge o relax, invece, un range di 100-300 lux contribuisce a creare un’atmosfera accogliente. Si tratta naturalmente di raccomandazioni indicative. Tuttavia è importante valutare la quantità di luce necessaria a ogni ambiente in relazione alle attività che si svolgono al suo interno.
Che lampadario o articoli di illuminazione scegliere sulla base dei risultati
Una volta compreso come misurare la luminosità di una stanza, come fare il calcolo per l’illuminazione di una stanza e quanti lux sono consigliati per ogni contesto, non resta che scegliere il tipo di illuminazione più adatta a ogni ambiente.
È bene sapere infatti che ogni lampada ha specifiche caratteristiche ed emissioni energetiche:
- lampade a incandescenza alogene: nascono per superare i limiti delle lampade tradizionali, cioè la bassa efficienza e il breve ciclo di vita. Inizialmente impiegate soprattutto nei negozi, per illuminare le vetrine, ma anche in altri contesti, come i musei, oggi fanno parte anche dell’arredamento domestico e rappresentano un’ottima soluzione per illuminare tavoli da lavoro e zone studio;
- lampade fluorescenti: sono realizzate con un tubo di vetro contenente vapore di mercurio a bassa pressione rivestito da uno strato di specifiche polveri fluorescenti. Alle due estremità del tubo sono presenti altrettanti elettrodi che, nel momento in cui passa la corrente, generano una scarica in grado di emettere radiazioni luminose. Si tratta di lampade indicate in particolare per gli ambienti, sia esterni che interni, dove occorre utilizzare la luce in modo prolungato. Sono molto efficienti e durevoli e permettono di risparmiare fino al 70% in termini di consumi di energia elettrica. Le lampade fluorescenti si dividono in due macrocategorie: quelle tubolari, i cosiddetti neon, e quelle compatte, meglio conosciute anche come lampade a risparmio energetico;
- LED – acronimo di Light Emitting Diodes, cioè diodi che emettono luce: sono utilizzati già da molti anni nell’ambito dell’elettronica di uso comune, dai telecomandi ai segnalatori di stand-by dei vari dispositivi domestici. Nel corso del tempo, la popolarità delle luci LED è cresciuta esponenzialmente: si è cominciato a impiegarli per l’illuminazione dei semafori o delle luci di stop delle automobili, per le luminarie decorative e i display, fino alle lampadine per lampadari e appliques per la casa. I punti di forza dell’illuminazione a LED sono principalmente due: il risparmio energetico che assicurano, che può arrivare fino all’80%, e la longevità, che può raggiungere anche le 100mila ore. Una cifra impressionante, se si pensa alle 1.000 ore di una lampadina a incandescenza e alle 10.000 di una lampada a fluorescenza.
Lampade a led o incandescenza? Quale scegliere
Tra queste opzioni, però, qual è la migliore? Lampade a led o incandescenza? In realtà, la scelta è molto più “facile” di quello che si potrebbe pensare.
Ci teniamo a precisare, infatti, che le lampade a incandescenza sono state oggetto di restrizioni e divieti in molti paesi a causa del loro basso rendimento energetico. L’Unione Europea ha avviato un piano di eliminazione graduale delle lampade a incandescenza dal 2009 al 2012. Questa decisione è stata presa per favorire tecnologie più efficienti dal punto di vista energetico, come le lampadine fluorescenti compatte e le lampadine a LED.
Le lampade a incandescenza, infatti, riescono a convertire solo una piccola percentuale dell’energia in luce, dissipando la maggior parte sotto forma di calore. Nonostante la loro luce sia la più bella in assoluto, perché la più vicina al colore della luce naturale, sono poco sostenibili dal punto di vista ambientale e poco economiche nel loro uso a lungo termine. Per questo, molte nazioni hanno adottato politiche per promuovere fonti di illuminazione più efficienti ed ecocompatibili.
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